I miei genitori lavorano in un cantiere?

I miei genitori lavorano in un cantiere?

Il prossimo 6 novembre dalle 14.30 alle 17.30 si terrà la seconda edizione dell’iniziativa “Bimbi in TIM”
dedicata ai figli dei colleghi di ogni fascia d’età, che coinvolgerà 41 sedi territoriali e circa 20.000 colleghi.
Ma cosa succederà a Roma, con quale spirito patriottico i colleghi dovranno portare i figli nell’azienda in cui
lavorano?

Roma – Via Degli Agrostemmi, 30 (Santa Palomba) – I bambini potranno andare solo a patto che abbiano fatto tutti i bisogni a casa; nei bagni della sede TIM manca l’acqua e di conseguenza usarli comporterebbe un rischio ambientale.

Roma – Via Del Pellegrino, 155 – Solo per i figli di pochi eletti (i ricchi della TIM) che potranno permettersi un taxi per raggiungere la sede.

Roma – Via Oriolo Romano 257 e 240 – I bambini potranno andare solo se muniti di appositi strumenti di sicurezza: mini caschi e mini scarpe antinfortunistica.

Roma – Via Degli Estensi 88 – La Beirut delle sedi TIM. I bambini per raggiungere la sede dovranno fare un piccolo pellegrinaggio dal fantomatico parcheggio di Vignaccia fino a raggiungere la sede, dove in un open-space multipiano troveranno i genitori ad accoglierli. Ma il percorso dal parcheggio non è la parte peggiore. Qualora i ragazzi volessero recarsi alla mensa per gustare i cibi – precotti – della casa, dovranno varcare ambienti impervi per superare i quali, anche qui, è consigliabile una tenuta antinfortunistica.

Pomezia – S.S.148 Pontina Km 29,100 –  Il viaggio della speranza! I pochi eletti che potranno raggiungere la sede, dovranno scongiurare qualsiasi problema di allergie: le moquette degli open-space risalgono ai film di Fantozzi degli anni 70. Così come gli acari che ospitano.

Vignaccia 167 – La sede non viene nemmeno indicata dai navigatori. Qui i bambini è meglio non portarli. Per i malcapitati che volessero sfidare la sorte, ci sarà da superare un’altra prova di coraggio: il
sottopassaggio che conduce al tunnel scuro e chiuso che una volta portava a Vignacccia 45; “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”.

La UilCom non intende criticare un’iniziativa sociale peraltro encomiabile, quanto piuttosto il fatto che a queste operazioni “di facciata” non corrispondano azioni strutturali serie e coerenti.
I restanti giorni dell’anno ad esclusione del prossimo 6 novembre, le lavoratrici e i lavoratori Tim dovranno comunque avere a che fare con bagni fuori uso, parcheggi fatiscenti, mense scarse o percorsi esterni poco sicuri.
E l’azienda non può girare la testa dall’altra parte.

Se ha senso mettere in campo azioni quali “Bimbi in Tim”, queste non possono però prescindere dal dovuto rispetto dei dipendenti a cui si chiede di portare i propri figli in visita in una tra le più grandi aziende d’Italia.

Roma, 25 settembre 2018

RSU TIM UILCOM ROMA E LAZIO

 

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