TIM: Coronavirus e la necessità di chiarezza

TIM: Coronavirus e la necessità di chiarezza

In data 10 marzo 2020, Tim in seguito all’emergenza nazionale sul coronavirus, ha redatto un documento sull’accesso/intervento in sicurezza ed utilizzo dei DPI.
Sino a questo punto non abbiamo nulla da dire, in una situazione emergenziale, inaspettata, alla quale il Paese non era preparato, ci sembra normale che si adottino normative che possano dare un metodo di lavoro univoco su tutto il territorio nazionale, a maggior ragione quando il Governo ha dichiarato che tutto il territorio nazionale, a partire dal 9 marzo, è sottoposto alle medesime regole, quindi uguali per tutti.
Il documento si regge su due architravi fondamentali, il primo risiede nella autovalutazione del lavoratore, che rimane la figura principale che può e deve decidere se l’attività che gli è stata assegnata ha le condizioni di sicurezza per la propria salute personale, quindi devono scomparire immediatamente i vari atteggiamenti territoriali di “capetti” che stanno piegando a proprio uso e consumo la normativa sull’intervento, atteggiamenti che, in un momento così complesso, guardano alla produttività nonostante il dramma nazionale.
Il secondo architrave molto più semplicemente risiede nei DPI, che dovrebbero essere già stati consegnati ai lavoratori, mentre invece, come ci risulta dai tempestivi riscontri dei territori, la diffusione è lenta, insufficiente ed addirittura ci si vorrebbe avvalere anche di possibili acquisti di materiale tramite il fai da te.
Non è una situazione nella quale ci si può improvvisare, a partire dai territori come la Lombardia (per citarne uno), la situazione è di tale gravità per cui i due architravi del documento devono viaggiare di pari passo senza alcuna interpretazione da parte di altre figure in questo momento che con il loro atteggiamento sono più dannose che altro.
Serve un’analisi preventiva a partire dalla fase nella quale viene preso l’appuntamento, dove si deve valutare la necessità di effettuare l’intervento stante la situazione e la sua non inderogabilità, il tecnico (TOF) dovrà a sua volta poter eseguire in tempo reale un analisi della totale assenza di rischi per la sua salute, essendo la sua autovalutazione il primo architrave di un documento aziendale quella analisi non potrà essere oggetto di interpretazione da parte di altri.
Devono scomparire immediatamente scritture interpretative generiche ed estemporanee inviate via mail o peggio ancora con note vocali ai lavoratori interessati, sono solo irresponsabili disposizioni locali che provano a fare una sintesi sommaria all’interno di una situazione che di tutto ha bisogno tranne che di superficialità.
Si invita Tim ad intervenire quanto più velocemente possibile per ristabilire un applicazione uniforme della normativa su tutto il territorio nazionale, cancellando quei comportamenti che non fanno altro che aumentare confusione e paura nelle persone.

Roma, 11 MARZO 2020

Le Segreterie Nazionali

SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL

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